In cucina con le stelle di Hollywood
Paolo Celli racconta la sua vita
“Ma questo è un bambino!” esclamò la “divina” Wanda Osiris quando, nel 1953, entrando nella cucina dell’albergo ristorante “Stella d’oro” di Torino, vide ai fornelli un adolescente di dodici anni: Paolo Celli. E fu proprio lei - che insieme con Macario, Carlo Croccolo e la loro compagnia frequentavano il suddetto locale- a insistere con il proprietario per conoscere l’autore delle leccornie che le venivano servite e che - entrando di propria iniziativa in cucina- prese in braccio lo stupito bambino, ignaro di chi fosse quella signora e di cosa stesse accadendo.
Da allora, la vita di Paolo Celli, lucchese purosangue, è stata un susseguirsi di avventure, colpi di scena, grandi incontri, in un vortice inesauribile di eventi, a volte del tutto casuali, che lo hanno portato per oltre mezzo secolo in giro per il mondo a cucinare per i più famosi e illustri personaggi del mondo cinematografico, della canzone e del jet-set nazionale e internazionale. E il binomio “cucine cinema” era proprio il suo DNA, visto che già dall’età di 7 anni vendeva bibite e gelati nel cinema “Paradiso” di Montecarlo (LU), per pagarsi il biglietto e poter vedere il film, sognando di diventare un grande attore…
Nel 1955 è a Roma, presso la pizzeria San Marco, in Via Tacito, dove cucina e incontra vari personaggi dello spettacolo, allora agli esordi: Gianni Boncompagni, Sandra Milo, una diciottenne Claudia cardinale, Enrico Maria Salerno e la giovanissima Raffaella Carrò, impegnata nelle riprese del film “Il Colonnello” Von Ryan, con Frank Sinatra. Inizia anche le prime esperienze cinematografiche, come comparsa nel kolossal “Ben Hur” e i “Diceci Comandamenti” e come protagonista di fotoromanzi, senza tralasciare una promettente carriera di indossatore, chiamato dai famosi sarti romani Litrico e Brioni.
Nel 1968 viene chiamato quale cuoco per la troupe del regista Joseph Losey, a Roma per girare un film, nel quale figurano Richard Burton, Liz Taylor, Alain Delon e Romy Schneider. Anche in questa occasione la furbizia di paolo venne in aiuto a Richard Burton, che, a causa della pressione alta, doveva evitare a tutti i costi di mangiare salato: con un ingegnoso e concordato stratagemma Celli avrebbe salato solo la parte inferiore delle bistecche, che sarebbero, così sfuggite alla severa “ispezione” della signora Taylor, la quale puntualmente passava il suo dito sulla carne, per sentire se fosse stato aggiunto sale! Ma anche la principessa Sissi (Romy Schneider) ricevette le “attenzioni” di Paolo, come quando, andatolo a salutare in cucina come d’abitudine, lo trovò che beveva da un fiasco uno strano liquido e gli domando di cosa si trattasse. Alla replica del cuoco che tratta vasi di “vino miracoloso” mandatogli da suo fratello a Montecarlo, la Schneider, curiosa, volle assaggiarlo. Essendo in realtà vino rosso mescolato con gassosa, immaginarsi la reazione dell’intestino della bell’attrice, che d’un colpo si “liberò”….., credendo al miracolo!. E da allora, ogni giorno, dopo mangiato, la Schneider si presentava puntualmente per prendere la “medicina”! terminate le riprese del film e giunti ai saluti, Romy chiese a Paolo se poteva farle avere in Austria una cassa del prezioso nettare. Di fronte a tale richiesta, Paolo sentì la necessita di rivelarle la verità: era solo vino e gassosa! La Schneider, colpita da tanta sincerità, lo salutò con un bacio e gli fece pervenire dal suo paese natio un’anitra in terracotta con una sua foto, con la seguente dedica: “ A Paolo, il miglior Chef del mondo”.
E proprio in quell’anno arriva la svolta: Paolo varca l’oceano e vola a Mount Pleasant negli States, dove incontra – tra gli altri – la sorella di Francis Ford Coppola, che lo presenta al fratello, appassionato di cucina italiana. Ed è proprio Coppola a portarselo con sé quando, per girare “Il Padrino”, deve recarsi a Hollywood. Qui paolo entra in un “frullatore di conoscenze” e si ritrova a cucinare per veri e propri “mostri sacri”, quali Marlon Brando, Al Pacino, Tony Curtis, Kirk Douglas, Yul Brinner, Robert De Niro, Dean Martin, Louis Amstrong, Sylvester Stallone, Peter Ustinov, Rod Steiger, Charlton Heston e Gregory Peck, i quali lo chiamano presso le loro favolose residenze in occasioni importanti per preparare i piatti tipici della cucina italiana “povera”. Lo soprannominano “l’Angelo custode”: è il trionfo assoluto!
Nel 1972 apre a Roma il ristorante “Il Ciak”, in vicolo del Cinque a Trastevere, che rapidamente diviene il punto d’incontro obbligato del jet-set cinematografico italiano e internazionale e dove la sera sono “di casa” Fellini, Sordi, Mastroianni, De Sica, il Principe dè Curtis (Totò), la Pampanini, la Mangano, Lucia Bosè e tanti altri. Ma la passione per il cinema è ancora forte: interpreta Giuseppe Verdi nella serie omonima per la TV svizzera, Lech walesa in una co-produzione italo-polacca e Giusepe Garibaldi, il personaggio cui rimarrà legato per tutta la vita. Non contento di tutto ciò, vince anche il Campionato Mondiale dei Cuochi a Hong Kong, portando l’Italia al vertice della gastronomia mondiale.
Fino al 2000, appena il “Ciak” glielo consente, va e torna dagli USA, dove la sua fama è ormai consolidata tra i “grandi”. Cucina spesso a casa di Sinatra, dove incontra le sue due mogli Ava Gardner e Mia Farrow, casa frequentata da “alcuni” suoi amici: loro si chiamano John Wayne, Charles Bronson, Paul Newman, Petere O’Toole e Liza Minnelli! E qui, nei “big parties”, la preferenza va sempre alla cucina italiana, che riesce a stregare i palati di Kevin Costner, Henry Fonda, Burt Lancaster, Andy Garcia, LeeVan Cleef, Michael caine, Ernest Borgnine, Stanley Kubrick, George Lucas, Kim Basinger e non solo. Inutile dire che questa interminabile serie di attori, reggisti e cantanti, quando si trova a Roma per lavoro o per diletto, corre a cercare Paolo a Vicolo del Cinque.
Nel 2009 lascia la conduzione del “Ciak”, ma non certo per gli impegni gastronomici , che lo vedono anche ambasciatore della cucina italiana nel mondo, come accaduto nel Marzo del 2012, quando persino le gelide steppe della Siberia hanno assistito alle sue “gesta” : a Krasnoyarsk, Paolo viene invitato dalla direzione della catena di ristoranti russi “Mama Roma” a partecipare al Festival della Cucina Italiana, per insegnare a dodici Chef i segreti dei principali piatti della tradizione italiana, riscuotendo enorme successo mediatico.
Paolo è l’unico cuoco vivente che può vantarsi di aver cucinato per Gesù, Mosè e il Faraone, Ulisse e la Maga Circe, Antonio e Cleopatra, Nerone, Attila, Robin Hood, il Conte Dracula, Zorro, la Principessa Sissi, Sandokan, il Dottor Zivago, Tarzan, James Bond, Hiler e Mussolini, il Padrino e continuando fino alla Pantera Rosa, Rambo, Robocop e il Signore degli Anelli. Insomma, un curriculum da brivido!
Anche oggi, con alle spalle un’esperienza umana e professionale unica al mondo, Paolo Celli continua a stupire per la sua grande umanità e semplicità, per il suo sorriso ingenuo e viene chiamato per incontri televisivi e grandi eventi gastronomici in qualità di esperto, seguendo sempre il sogno di quel “bambino” che –lasciato il suo paese- voleva conquistare il mondo.
Alessandro Pini